E’ giovanissima e appassionata di musica e canto. Viene da una famiglia in cui praticamente tutti giocano a football americano e per lei è stato naturale mettere casco e paraspalle. In campo è solida come una roccia, fuori dal campo è una delle colonne portanti della squadra.
E’ Silvia Zampagni e in campo si schiera al centro dell’attacco delle Furie. La sua vera passione? Proteggere il suo QB e aprire la strada alle compagne.
Domenica ha visto la partita da una posizione privilegiata e noi siamo andati a farle qualche domanda.
USF – Ciao Silvia, ci racconti quando hai deciso di indossare anche tu casco e paraspalle?
SZ – La passione è iniziata da bambina, grazie a mio zio seguivo tutte le partite di mio fratello e di mio cugino, che oggi sono i coach delle Furie.
La scelta di indossare casco e paraspalle è avvenuta un paio di anni fa quando con mia cugina Valeria, mio zio Maurizio (a cui dedico ogni mia singola azione in campo) , mio fratello Marco e mio cugino Alessandro abbiamo formato la ormai ex squadra delle Vichinghe. Con loro ho giocato la prima partita di tackle femminile contro le Neptunes di Bologna il 30 Giugno 2011.
Poi, da settembre 2012 sono entrata a far parte delle Furie a tutti gli effetti.
USF – Cosa significa indossare la maglia delle Furie?
SZ – Indossare la maglia Furie significa fare parte di una grande famiglia, sentirsi parte di un qualcosa di vero e profondo che niente e nessuno potrà distruggere. Ogni singola compagna ha il mio rispetto, la mia fiducia e la mia stima ed io darei veramente tutto per ognuna di loro.. Siamo Sorelle.. In Campo come nella Vita.
Se stai per cadere sai che su di loro potrai contare in ogni momento.
Ci tengo a sottolineare questa frase “in Campo come nella Vita” perché siamo una famiglia anche al di fuori.
La maglia è solo un segno di riconoscimento, tutto ciò che rappresenta è racchiuso dentro quel cerchio magico che ci lega una per una, quel legame che parte dal profondo dei nostri cuori.
USF – Domenica scorsa le Furie hanno subito la loro prima sconfitta, cosa è successo?
SZ – E’ successo che abbiamo dato il massimo ma non abbiamo vinto… credo che le lezioni migliori siano quelle più dure da mandar giù… Come ad esempio la sconfitta di domenica.
Alla fine di ogni battaglia però bisogna tenere conto se si è vinto o perso da vere Donne e la partita è stata combattuta fino all’ultimo da entrambe le squadre. Sono certa che non sarà questo piccolo incidente di percorso a fermarci, perché l’unico vero fallimento sta nel lasciare alla sconfitta di avere la meglio su di noi. Ma questo non accadrà. Lavoreremo molto in quest’ultimo mese, ci metteremo sotto e ci alleneremo duramente. Credo in noi e so che possiamo farcela se ognuna darà sempre il meglio.
USF – Come vedi la prossima partite e le avversarie?
SZ – La prossima partita, a Roma contro le BlackMarines, sarà una bella sfida e come tutte le sfide cercheremo di affrontarla al meglio delle nostre capacità tecniche e sportive. Ovviamente senza perdere di vista la cosa principale che, a parer mio, è quella di scendere in campo e divertirsi!
Le BlackMarines le ritengo una bella squadra e anche abbastanza forte. Spero che a Roma scenderemo in campo ad organico completo e che le infortunate si saranno riprese al meglio.
USF – Come vedo il futuro del football femminile?
SZ – Io penso che se c’è collaborazione tra le varie squadre questo progetto continuerà a crescere e a vivere per molto tempo! C’è bisogno di unione fuori dal campo, non di rivalità.
In campo abbiamo di fronte la “squadra avversaria”, fuori dal campo ci troviamo di fronte persone che condividono la nostra stessa passione e che ci credono come noi. Portiamo avanti questo movimento con impegno, voglia di giocare e di divertirsi, con serenità e con un sorriso, nel rispetto e nella serietà reciproca! ..dentro e fuori dal campo.
PASSIONE, TESTA e CUORE..questo è football per me. Giochiamo e divertiamoci!
Buon football a tutti e…GO FURIE!!
SD – Ufficio Stampa Furie