Vergani e Delhysa volano in Prima Divisione

Vergani e Delhysa presentati a ParmaI Panthers Parma hanno finalmente annunciato i nuovi innesti “Italiani” per il campionato di Prima Divisione 2014. Tra questi, orgogliosamente demoni, ci saranno anche Rajko Delhysa e Alessandro Vergani, colonne portanti dei Daemons fin dai loro esordi nelle giovanili di coach Pietro Marotta.
La loro dedizione al lavoro, il loro spirito di squadra li ha inesorabilmente portati alla più importante vetrina nazionale, nella quale, siamo sicuri, sapranno farsi valere, non avendo nulla da invidiare ai prossimi compagni di squadra e ai prossimi avversari.
Forza Rajko e Alessandro dunque!

Di seguito il comunicato ufficiale della squadra parmense e un’intervista a cuore aperto ad Alessandro Vergani.

I PANTHERS, 4 VOLTE CAMPIONI D’ITALIA, PARLANO MILANESE.

A Parma arrivano l’azzurro Vergani insieme a Delnysa e Bonanno.
I tre nuovi innesti lombardi si aggiungono al milanese Tommaso Finadri: 3 scudetti, miglior ricevitore italiano nella storia dei Panthers e titolare in Nazionale.

Parma, 13 febbraio 2014 – Dalla Lombardia all’Emilia per giocare nei Panthers Parma, 4 volte Campioni d’Italia. E’ questa la scelta di tre giocatori di origine lombarda che da un paio di mesi sono aggregati alla rosa della squadra allenata da Andrew Papoccia. Il primo nome è quello dell’azzurro Alessandro Vergani, offensive linemen, classe 1990, 191 cm per 126 kg, proveniente in prestito dai Daemons Martesana, dove ha militato per 4 stagioni; studente in Ingegneria Areospaziale, ha debuttato con la maglia della Nazionale in occasione agli Europei che a luglio scorso sono stati ospitati al Velodromo Vigorelli di Milano. Insieme a Vergani anche Rajko Delnysa ha lasciato i Daemons Martesana per giocare la stagione 2014 tra le fila dei Panthers Parmka; Delnysa, classe 1989, 190 cm per 105, arriva per rinforzare la difesa nel ruolo di linebacker. Giacomo Bonanno, wide receiver, classe 1989, 187 cm per 88 Kg, arriva invece da Milano, sponda Rhinos. I tre nuovi innesti lombardi si aggiungono a Tommaso Finadri, alla sua quarta stagione in maglia nero-argento, vincitore di 3 scudetti e miglior ricevitore italiano, ad oggi, nella storia delle pantere.

Ecco l’intervista integrale ad Alessandro Vergani

ALESSANDRO “TRICHECO” VERGANI, UN MILANESE CHE HA SCELTO I PANTHERS CAMPIONI D’ITALIA.
Tifoso dell’Inter, studia al Politecnico di Milano ma fa il pendolare tre volte a settimana per giocare nella squadra che ha ispirato uno dei bestseller di John Grisham

“To improve myself”. In pieno stile NFL, in un americano (giustamente) venato di brianzolo, Alessandro “Tricheco” Vergani è sbarcato nei Panthers Parma, 4 volte Campioni d’Italia, con la formula del prestito dai Daemons Martesana. Classe 1990, 190 cm per 126 Kg, Vergani lo scorso anno esordito con la Nazionale Italiana in occasione degli Europei ospitati allo Stadio Vigorelli di Milano. Studente in Ingegneria Areospaziale, l’offensive linemen lombardo, quest’anno fa il pendolare tre volte a settimana tra Milano – dove studia al Politecnico – e Parma deciso a crescere come giocatore ed, ovviamente, a mettersi sul petto lo scudetto.

Seamen e Rhinos a Milano, dove in pratica sei di casa. Cosa ti ha spinto ad espatriare a Parma?

“Dopo l’esperienza in Nazionale all’Europeo volevo salire di un altro gradino e migliorare me stesso. Per farlo l’unico posto possibile era Parma con i Panthers. Ai Daemons mi sono sempre trovato benissimo ma volevo mettermi in gioco, to improve myself (ricorda sorridendo ndr). Per raggiungere il mio obiettivo avevo la necessità di confrontarmi ad ogni allenamento coi migliori. A Parma c’è lo staff tecnico migliore e la linea di difesa campione d’Italia, non si scherza”.

Quindi cosa ti aspetti da questa stagione?

“O mamma (ride ndr), non posso pronunciare quella parola altrimenti qualcuno dei miei compagni potrebbe farmela pagare. Diciamo che il mio obiettivo è fare il meglio possibile sia dal punto di vista della squadra che dal punto di vista personale. Voglio imparare tanto da coach Andrew Papoccia e da coach Borchini oltre che dai miei compagni di squadra. Già dai primi allenamenti ho visto che nulla è lasciato al caso, tutto è organizzato per ottimizzare al meglio per non avere tempi morti”.

Della squadra, a parte i “milanesi” conoscevi altri giocatori?

“I compagni di Nazionale ovviamente, ma a dir la verità il gruppo è così collaudato ed unito che è stato facile entrare a farne parte. Da parte mia mi sono sentito come uno scolaretto al primo giorno di scuola: sono entrato in punta di piedi, con umiltà e la consapevolezza di dover stare al mio posto ed imparare. In squadra mi trovo benissimo”.

Non giochi da tanto tempo a football, ma sei già nel giro della Nazionale maggiore. Come hai cominciato?

“Nel 2009 coi Daemons: mio zio era head coach, io mi dovevo mettere in forma e lui mi ha chiesto di andare a giocare. Da quel momento in poi il football per me è stata come una droga dalla quale non riesco a disintossicarmi”.
Che tipo di giocare sei?
“Sono certamente un giocatore di peso ma molto agile per la mia stazza e con mani veloci”.

Ti ispiri a qualche atleta famoso?

“Non c’è in particolare un giocatore al quale mi ispiro, guardo tutto e tutti con molto interesse, cerco di capire come i giocatori della NFL leggono le difese, mettono le mani, come si muovono, come bloccano. Essendo nato come difensore uno dei primi giocatori che ho seguito con attenzione è stato Jared Allen dei Wikings”.

Torniamo ai Panthers. Quali sono i giocatori di Parma che ti hanno messo più in difficoltà?

“Come ho ricordato i Panthers sono i Campioni d’Italia, quindi sono tutti forti. Diciamo che Simone Bernardoni e Diego Gennaro sono i giocatori più tosti da affrontare”.
Che campionato ti aspetti?
“Un campionato per gli italiani. Chi avrà quelli più forti sarà molto avvantaggiato. Sarà una stagione lunga se contiamo anche le partite in Europa. A questo proposito non vedo l’ora di affrontare la competizione internazionale, sarà un bel banco di prova per tutti quelli che l’affrontano per la prima volta”.

Come nasce tuo soprannome: Tricheco?

“Era il tricheco delle Vigorsol, le cicche. Me l’hanno affibbiato perché all’inizio della mia carriera avevo una forma un pò tonda. Però col tempo ho lavorato per migliorare il mio fisico e adesso porto questo nome con orgoglio e ci sono affezionato”.

Rimaniamo sul personale. Studi ingegneria aerospaziale. Come mai questa scelta?

“Fin da piccolo ho sempre avuto la passione per tutti gli oggetti volanti. Alle superiori ho scelto un corso di studi orientato verso questo argomento e, quando è stato il momento di scegliere l’università, mi sono detto: perché no? Devo dire che conciliare questo tipo di studi con il football non è facile, ma sono le mie passioni e lavoro per non rinunciare a nessuna delle due”.

Altra domanda d’obbligo visto che arrivi dalle vicinanze di Milano: Inter o Milan?

“Inter, ma giuro che non è il motivo per cui il presidente Tira (di origine milanese e di fede interista ndr) mi ha voluto in squadra”.

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