Con i campionati giovanili alle porte e con i Daemons finalmente impegnati in due categorie (Under 13 e Under 16) la prima inportante novità è l’inserimento nel coaching staff demone di Patrizio Banfi, spalla di coach Cavallini per molti anni in giovanili del calibro di quelle Puma e Seamen, giovanili che hanno di fatto riempito l’attuale campionato di serie A di giovani talenti.
Patrizio, oltre ad aver vinto tre titoli nazionali con Guido nelle giovanili Seamen, ha anche trascorsi da giocatore per Rhinos e Pytons e da allenatore a vari livelli. Con Guido si conoscono a memoria e il suo impatto nel coaching staff giovanile dei Daemons sarà sicuramente immediato.
Abbiamo colto l’occasione per fare qualche domanda a Patrizio e riportiamo di seguito l’intervista integrale.
D: Sei uno dei pionieri di questo sport: come hai conosciuto il football americano?
P: Nel ’80 ho assistito per caso alla prima partita del campionato basi Nato al Giuriati Vecchio dove i Rhinos, appena fondati da Johnny Colombo dalle Pantere Rosa di Piacenza affrontavano un gruppo di Marines, non ricordo se gli Aviano Eagles o i Derby Rangers di Tirrenia; fantastico avevo trovato il mio sport, il martedì successivo ero già in campo per il mio primo allenamento. I primi campionati vinti con una striscia di una quarantina di partite vinte etc etc ,,, (Jurassico)
D: Per tanti anni sei stato protagonista, con Guido, nel football giovanile in qualità di coach: Parlaci del tuo rapporto con coach Cavallini.
P: Conosco Guido dagli anni 90, un atleta vero, ottimo Free Safety e Ritornarore dalla falcata lunga e veloce; è stato un compagno di squadra Pythons e poi Rhinos. Da Coach ho partecipato al Progetto Puma di Guido e Antonella e l’approdo alle giovanili è stato inevitabile con i rispettivi figli in campo insieme per i primi bowl tackle under 13 16 e 19. Penso di lui oggettivamente che sia l’allenatore più preparato illuminato ed appassionato del panorama italiano e mi chiedo sempre come faccia la Federazione a non avergli ancora proposto di guidare le Nazionali under e non solo.
D: Come ti hanno convinto i Daemons a salire a bordo di questa nave?
P: Stare lontano dai campi da gioco è sempre difficile dopo tanti anni passati a giocare ed allenare. Gli inviti di Guido uniti agli sproni delle persone a me più care sono stati determinanti. Ho conosciuto l’ambiente Daemons da spettatore lo scorso campionato, con in campo Ivan e altre vecchie conoscenze (giovani atleti Seamen) ed ho sentito belle sensazioni; qualcosa di nuovo, un team giovane con progetti importanti, tanto entusiasmo, ed eccomi qui.
D: Quali sono i tuoi prossimi obiettivi nel coaching staff demone?
P: Si punta sempre alla Vittoria ovviamente, che non è sempre necessariamente quella della partita o del campionato (in vero sempre molto gradite) ma le piccole vittorie dei ragazzi: la prima ricezione, il primo TD, il primo tackle, la ricerca a superare il proprio limite ed amalgamare un gruppo di amici nello sport e nella vita.
D: Domanda trabocchetto: come giocatore meglio Patrizio o Ivan Banfi?
P: Difficile a dirsi … scherzo Ivan tanta roba, tecnica, lettura, buone mani, 1.83 contro 1.74, non c’è partita, me se lo becco bene stile anni 80 … io avevo tanta preparazione atletica e un buon istinto per il tackle, Ivan tanto di più. (non fateglielo leggere potrebbe crederci). Ho incontrato di recente una persona che lo ha definito il suo atleta preferito “tamarro ed arrogante” mai due parole possono racchiudere una sintesi così perfetta. lo invidio.
D: E ora, naturalmente, domanda di rito: meglio il football degli anni ’80 o quello attuale?
P: Negli anni 80 strano a dirsi c’erano molti atleti in Italia di statura ottima per giocare in linea e molta gente che faceva vita da vero atleta con sessioni di allenamento in palestra e in campo che coprivano di fatto tutti i giorni della settimana; per contro c’era meno tecnica, pochi schemi, si contava più sulla forza fisica e sulla durezza degli scontri; I ragazzi oggi hanno accesso a filmati, tutorial, partite on demand e un Coaching staff certamente piu preparato. Io guardavo i risultati della NFL dal trafiletto dell’Herald Tribune del lunedì che vendevano solo in stazione centrale. Qualche anno dopo arrivarono Guido Bagatta Rino Tommasi e Dan Peterson in tv con i primi Superbowl e luce fu. I tempi cambiano tutto migliora anche se siamo tutti un po nostalgici ed i nostri ricordi ci inducono a pensare fosse meglio allora. Credo dipenda unicamente dal fatto che eravamo giovani, come sono ora i nostri ragazzi. E’ il loro momento, sono pronto a dare tutto ciò che posso per migliorarli anche se spesso sono proprio i ragazzi a dare a noi Coach più di quanto si possa immaginare.
Grazie mille Patrizio e benvenuto a bordo!
Forza Daemons!
Foto di Guido Gilberti