Diego ha cominciato a giocare a football nella primavera del 2012 e in un anno è arrivato in nazionale.
Oltre alle indubbie doti personali Diego è il prodotto del metodo di allenamento e insegnamento adottato dal coaching staff dei Daemons. Queste tre maglie azzurre sono anche un premio al loro impegno, al tempo e alla passione che i coach dedicano alla crescita e al miglioramento costante di ogni singolo giocatore.
Coach Martin ci presenta il “suo” giocatore:
Diego gioca da appena un anno, inizialmente ha partecipato al campionato CIF9 come riserva perche’ non ancora pronto ad una partita vera e quindi ha fatto poche apparizioni in campionato. Il salto di qualita’ l’ha fatto quando, al termine del CIF9, ha cominciato ad allenarsi con la squadra senior.
Il confronto con gli americani e con QB del calibro di Bisiani ha accelerato il processo di apprendimento degli schemi e dei ruoli. Il risultato di questo lavoro si e’ visto nel torneo under 18 dove ha finalmente mostrato le sue indubbie qualità sia come ricevitore, grazie alla velocita’ di base ed alle ottime mani, sia come difensore, safety soprattutto, che sempre grazie alle ottime mani, gli ha permesso di fare numerosi intercetti. In under 18 ha fatto anche il ritornatore ed il punter.
Questa sua ecletticità gli ha permesso in meno di un anno di farsi notare nel giro della nazionale.
Ed ora lasciamo la parola a Diego
USD – Come è stato vestire la maglia azzurra?
DC – Scendere in campo con la maglia azzurra è incredibile e poi cantare l’inno di Mameli mentre indossi la maglia della nazionale ti fa provare una sensazione straordinaria che è difficile descrivere con le parole.
USD – E questo ruolo di kicker?
DC – Di sicuro non è il mio ruolo ma avevo già provato con i Daemons U18 e così mi sono ritrovato kicker.
Avrei preferito giocare nel mio ruolo ma c’è stato un disguido e gli schemi mi sono arrivati in ritardo, ho fatto l’impossibile per studiarli al meglio ma il tempo era davvero pochissimo. Se pensi che abbiamo avuto un giorno solo per provarli, in ritiro a Bologna, nella pioggia e nel fango capisco la decisione dei coach di utilizzare giocatori già avvezzi a quegli schemi. Ma io imparo in fretta…
USD – Come hai visto il confronto con i tuoi coetanei americani?
DC – Giocano ad un altro livello e di questo ne eravamo consapevoli già prima della partita. Vederli giocare è stato però istruttivo e spettacolare. Il tuffo acrobatico con cui hanno segnato l’ultimo touchdown è stato memorabile.
USD – Hai notato delle differenze, qualcosa da cui trarre insegnamento?
DC – Certo! Dal punto di vista atletico la differenza era poco visibile perché tutti davamo tutto e anche di più. E’ il loro modo di giocare che mi ha colpito perché è molto più sofisticato e ricco di dettagli; per loro il placcaggio non è solo fermare l’avversario, mentre placcano cercano sempre e comunque di strippare la palla, di provocare il fumble, è un dettaglio ma è importantissimo. Anche la loro velocità e i tempi di reazione sono fenomenali. Vedere come si muovono è stato educativo.
USD – Cos’è oggi il football americano per te?
DC – Nel football americano ho trovato la mia dimensione sportiva ma per me, che ho sempre praticato sport individuali, i Daemons sono diventati una famiglia, un posto dove si creano vere amicizie, con i miei compagni di squadra come con i coach e con tutte le altre persone dello staff che compongono la grande famiglia Daemons.
GO DAEMONS !!!
Nella foto Diego in una delle sue rare apparizione come kicker