Campionati Juniores al via – Intervista a Paolo Re

In occasione dell’avvio dei campionato di tackle Under 15 e Under 18 (cui presto si unirà la categoria Under 12) abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il responsabile del settore giovanile, Paolo Re.
Ne consigliamo caldamente la lettura perché si parla di football giovanile a 360 gradi e cogliamo l’occasione per invitarvi a vivere il football giovanile sabato 16 ottobre presso lo stadio Scirea partecipando al “Double Header” di apertura del campionato.
Alle ore 18:00, Daemons-Seamen Under 15; alle 21:00 Daemons-Seamen under 18.
Tribune aperte al 75%, per accedere sarà necessario esibire Green Pass.
Vi aspettiamo numerosi!

– I Daemons si sono affidati a te per lo sviluppo del settore giovanile. E’ una grande responsabilità. Con quale spirito e quali propositi affronti questa sfida?

Non la definirei esattamente “grande”, piuttosto userei la parola “enorme”! Penso, in ogni caso, che la parola responsabilità sia la vera chiave: lavorare con dei ragazzi così giovani comporta essere “insegnante”, “genitore”, “psicologo”, “amico” oltre che allenatore, perché il compito va al di là del puro e semplice insegnamento di tecnica e tattica; per molti di loro è tutto nuovo e il football è uno sport bellissimo ma complicato, richiede grande impegno e grande sacrificio e soprattutto un lavoro di gruppo che non ha pari.
Mi rendo conto che possano sembrare affermazioni banali, ma diventa davvero difficile tradurle in azioni. Sono molto felice di avere l’opportunità di affrontare questa sfida, anche perché chi mi ha preceduto (Guido Cavallini, n.d.r.), oltre ad avere una conoscenza e un palmares di primissima categoria, ha grandissimi esperienza pluriennale nel settore giovanile.
Essere all’altezza richiede lavoro intenso e quotidiano per tutto il coaching staff, anche se l’obiettivo primario rimane soltanto uno: far tornare il sorriso sui volti di questi giovanissimi dopo un periodo così duro.

A questo devo aggiungere una mia difficoltà personale: essendo anche genitore di uno dei miei giocatori, credetemi, mi sono preso l’incarico più difficile in assoluto perché scorporare le due cose è veramente durissima.

– I campionati di Tackle Junior sono ormai alle porte e i Daemons dovranno affrontare avversari temibili e preparati. Quali sono le tue aspettative per questa stagione?

Dal punto di vista sportivo l’aspettativa primaria è una: essere un avversario temibile e preparato a nostra volta.
Le squadre che andremo a fronteggiare, sia in Under 15 che in Under 18, sono delle realtà molto affermate nel panorama del football americano giovanile, ma è solo confrontandosi con avversari di livello importante che si cresce davvero, sotto ogni punto di vista.
Sinceramente crearsi particolari aspettative sarebbe ingiusto, perché vorrebbe dire sottoporre i ragazzi ad una pressione da “risultato” di cui adesso non hanno bisogno: ciò che conta ora è che i ragazzi imparino a credere in loro stessi e nelle loro capacità, i risultati arriveranno da sé. Come diceva Rita Levi Montalcini: “non bisogna temere i momenti difficili. Il meglio viene da lì”

– Pare che finalmente qualcosa si stia muovendo in Europa e in Italia: il programma NFL Academy è bene avviato e si propone una valorizzazione dei giovani talenti. Che possibilità vedi per i ragazzi che giocano in Italia?

In Italia purtroppo le realtà che si avvalgono di un settore giovanile sono davvero poche rispetto al numero dei team iscritti nei vari campionati senior, cosa che comporta per molti giovani onerose e faticose migrazioni temporanee verso altri team per poter giocare e fare esperienza. Purtroppo la diffusione del nostro sport non consente di poter disporre di grandi numeri e i bacini di utenza sono spesso relegati ad alcune aree urbane, come Torino, Milano e Roma.
A mio avviso si potrebbe pensare a creare camp di avvicinamento al football che non siano semplicemente a carico dei team singoli, ma volti ad ampliare la consapevolezza dell’esistenza del Football Americano in Italia (sai quante volte sento dire “ah si gioca anche qui da noi?”).
Ci sono aree geografiche dove questo sport semplicemente non esiste e francamente lo ritengo uno spreco di risorse.

La NFL Academy è una grandissima opportunità, però parliamo sempre di atleti già formati, che già rappresentano l’eccellenza; per carità rimane pure sempre una possibilità di crescita ulteriore ma che, secondo me, non può portare ad un innalzamento della qualità del gioco in Italia ma ad ampliare il gap tra coloro che arrivano da quella esperienza e tutti gli altri che questa opportunità non ce l’hanno.
Dobbiamo metterci in testa di lavorare sul futuro e farlo dalle basi. A Daemons con ben tre categorie giovanili ci stiamo mettendo molto del nostro….ma che fatica.
N.B. i piccoli della Under 12 sono semplicemente meravigliosi!!!!

– Infine chiudiamo con un invito: il football, al di là delle apparenze di sport fisico e istintivo, è invece lo sport di applicazione e disciplina per definizione. Cosa diresti a ragazzi e famiglie per convincerli ad avvicinarsi al football?

A parte che è lo sport più bello del mondo?
Il football è la combinazione di tutti quei fattori che hai citato: è atletismo, fisicità, intelligenza tattica, disciplina, impegno e richiede un continuo perfezionamento della tecnica individuale e di squadra per potersi esprimere ad un buon livello.
Poi non nascondiamoci dietro ad un dito: i ragazzi si avvicinano al football perché è bello da vedere; ci sono i caschi i paraspalle e una spettacolarità innata.
So che può sembrare opportunistico, ma è un aspetto da non trascurare in fase di reclutamento. In breve: dobbiamo fare tesoro di un valore aggiunto… alla fine la pubblicità è “l’anima del commercio”.
Alle famiglie posso solo dire: fidatevi dei vostri figli e se loro vi dicono “ci voglio provare” supportateli sempre.
Haywood Hale Brown diceva: “lo sport non costruisce la personalità.La rivela”

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