Intervista a Jacopo Stefani

Jacopo Stefani (#37) in azionePochi minuti dopo la fine dell’incontro della nazionale junior con il Global Team sono arrivati in redazione i primi commenti, positivissimi, sulla prestazione dei tre Daemons che hanno vestito la maglia azzurra.
Abbiamo quindi deciso di presentarveli, uno ad uno, per conoscere il loro punto di vista.
Iniziamo da Jacopo Stefani, linebacker, che al termine della partita era molto dispiaciuto per aver giocato pochissimo, avidità di gioco tipica dei campioni.

USD – Mi dicono che hai giocato una gran partita.
JS – Mah! no, ho giocato solo quattro azioni, avrei voluto giocare di più ma vabbè è andata così, speriamo la prossima volta

USD -Come è stato vestire la maglia azzurra?
JS – E’ stato emozionante, mentre cantavo l’inno di Mameli avevo i brividi, emozione allo stato puro.

USD -Tu sei Daemons da sempre, hai iniziato con il flag per poi passare alle squadre junior poi la senior e adesso la nazionale. Ci pensavi a questo traguardo quando hai iniziato?
JS – No, la convocazione in nazionale è stata una notizia bellissima e inaspettata. Ripensando agli inizi nella squadra flag eravamo proprio quattro gatti ma mi sono innamorato del football e ho continuato fino ad arrivare ad essere titolare nella prima squadra Daemons. Sono un ’94, ho diciotto anni e gioco in prima squadra, questo è bello, è il coronamento di un sogno ma è anche una grande responsabilità che mi spinge a dare sempre il massimo per essere all’altezza dei miei fratelli Daemons e per onorare questa opportunità che mi è stata data.
La convocazione in nazionale è stato anche un modo per ripagare i miei genitori di tutti i sacrifici che hanno fatto per darmi la possibilità di giocare, seguire i camp e di portare avanti la mia passione.

USD -Sei stato definito come un giocatore in grado di ricoprire ruoli diversi; giochi linebacker ma non sfigureresti come ricevitore, come riesci ad essere così versatile?
JS – Nella mia vita il football americano è al primo posto, dopo la scuola. Mi piace sapere tutto, dei giocatori, dei ruoli e delle squadre. Conoscere le caratteristiche e le necessità di ruoli diversi mi aiuta a giocare il mio ruolo nella maniera più utile ai miei compagni e alla squadra.

USD -Come hai visto il confronto con i tuoi coetanei americani?
JS – La differenza è tanta, anzi è abissale, però è stato bello giocare contro di loro perché ti rendi conto di quanto sia elevato il loro livello di gioco. Come velocità, tattica e tecnica sono su un altro pianeta ma hanno di fatto alzato il mio limite, adesso sono consapevole che si può migliorare moltissimo, gli americani saranno sempre irraggiungibili ma, secondo me, lavorandoci con impegno ci possiamo avvicinare parecchio.

USD -Atleticamente però eravate allo stesso livello degli americani…
JS – Si, se parliamo dei giocatori che abbiamo incontrato, ma credo che gli atleti top, quelli che approderanno in NFL, non fossero presenti e con loro il divario è sempre abissale. Loro iniziano subito con la palestra mentre noi non siamo abituati ad andare in palestra da piccoli. Io stesso non faccio palestra, solo gli allenamenti della squadra, il mio fisico si è costruito in campo.

Jacopo è giovane ma dimostra di avere le idee ben chiare. Di sicuro darà il massimo nel finale di stagione per portare i Daemons il più in alto possibile.

GO DAEMONS !!!

Ufficio Stampa Daemons Martesana

Foto sulla destra di Stefano Schwetz

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